In the Same Boat

PROGRAMMAZIONE
TERMINATA
In the Same Boat
Documentario sulla concezione del lavoro nella società contemporanea. Un tentativo ammirevole e suggestivo .
In the Same Boat
Regia: Rudy Gnutti
Genere: Documentario
Durata: 70 min. - colore
Produzione: Spagna (2016)
Distribuzione: Mescalito Film
VEDI
TRAILER

Attraverso una serie di interviste a statisti, economisti e pensatori, il film va alla ricerca di risposte e di nuove domande sul futuro che stiamo vivendo, tra gli effetti della globalizzazione e l’uso più responsabile del progresso tecnologico. La disuguaglianza sociale è in continuo aumento, e anche le possibili soluzioni, come la vecchia idea del “lavorare meno per lavorare tutti” ha dei risvolti filosofici di non facile risposta: saremmo in grado, come civiltà collettiva, di rallentare i ritmi che da centinaia di anni scandiscono le nostre vite?

Inizia con un uomo seduto alla scrivania e delle note suggestive il film di Rudy Gnutti (non a caso anche autore della colonna sonora), introducendo presto l’allegoria principale di un’imbarcazione che si fa largo tra i ghiacci e creando un punto di partenza piuttosto evocativo per l’esplorazione intellettuale che seguirà.

Trovarci tutti “sulla stessa barca” ispira solidarietà e spirito comune, ma è anche ciò che rende impossibile manovrare in direzione di una soluzione condivisa.

Il tentativo è ammirevole, e le fondamenta dell’analisi sempre coinvolgenti; in particolare la prima intervista, quella con l’ex-presidente dell’Uruguay José Mujica, sposa l’introduzione dei temi con una vigorosa e sentita prospettiva umana che sa di esperienza e riflessione. Ma dopo aver stabilito che “non siamo noi a controllare la globalizzazione, ma è la globalizzazione a controllare noi”, In The Same Boat deve necessariamente fare delle scelte che restringano un campo troppo ampio e troppo complesso per essere anche solo illustrato in un documentario di un’ora.

Restringere non vuol dire necessariamente semplificare, eppure lascia l’amaro in bocca la progressiva enfasi su una sola faccia dei possibili rimedi: quello problematico e molto attuale di un reddito di cittadinanza globale. In più, la schiera di intellettuali tutti autorevoli ma di simile provenienza (bianchi, anziani ed europei) contribuisce di certo alla percezione che le domande fatte siano sì urgenti, ma legate a una visione del mondo che non è così pluralista o volta al futuro come vorrebbe, o dovrebbe.