In viaggio con Adele
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Adele è una ragazza speciale. Libera da freni e inibizioni, indossa solo un pigiama rosa con le orecchie da coniglio, non si separa mai da un gatto immaginario e colora il suo mondo di post-it, dove scrive i nomi di ciò che la circonda. Cinico e ipocondriaco, Aldo è un attore di teatro che, appoggiato da Carla – sua agente, amica e occasionale compagna di letto – si trova alla vigilia della sua ultima grande opportunità nel mondo del cinema. L’improvvisa morte della mamma di Adele sconvolge i piani di Aldo che scopre solo ora di essere il papà della ragazza. Con il compito di dirle la verità e l’intento di liberarsene, Aldo parte con Adele risalendo dalla Puglia su una vecchia cabrio per affrontare un viaggio dalla meta incerta.
Come è possibile quindi riaffrontarla senza cadere nella ripetitività e con la consapevolezza che lo spettatore è già in grado di anticipare il finale? Alessandro Capitani alla sua prima prova nel cinema di finzione ha trovato la soluzione: bisogna avere due attori non solo bravi ognuno per la sua parte ma anche capaci di entrare in sintonia. È quanto accade con Alessandro Haber e Sara Serraiocco.
Haber non si limita ad interpretare l’ennesimo personaggio della sua lunga ed apprezzata carriera cinematografica e teatrale. Gli inietta dosi sostanziose di se stesso, di un’apparente scontrosità e di una quasi rabbia nei confronti del vivere che sono scudi sottili dietro i quali si cela un senso profondo di umanità e un bisogno di relazionarsi con chi gli sta intorno. Aldo è così. È, vedi caso, un attore in attesa di un provino importante.
Haber trasferisce la sua sensibilità in un personaggio che è l’amante random della propria agente che ha quella quadratura caratteriale e quell’ordine che a lui mancano ed è in più, senza averlo mai saputo, padre. Ma non di una ragazza qualunque. È il padre di Adele a cui Sara Serraiocco sa offrire una molteplicità di sfumature che vanno dalla spudoratezza al dolore più intimo che si trasforma in invenzioni e in desideri sempre in bilico sulla possibile delusione.
È per questo che ‘marca’ tutto ciò che la circonda con post it in cui dà un nome a ogni cosa e persona forse per l’inconscio bisogna di fermarne e stabilirne una volta per tutte la presenza nella sua vita. Il loro on the road è irto di dis/avventure ognuna delle quali rischia di allontanarli l’uno dall’altra e invece, impercettibilmente, permette loro di conoscersi per quello che veramente sono. Se poi a questo impianto narrativo si aggiunge il cameo role di un regista importante come Patrice Leconte si può comprendere come le positive ambizioni di Capitani abbiano ottenuto un degno riscontro.