L’Insulto

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La storia è ambientata proprio in Libano: il film racconta di una piccola incomprensione tra un libanese cristiano e un profugo palestinese, che sfugge di mano e cresce fino a portarli in tribunale, passando da essere una questione privata a un vero caso politico nazionale.
Come per l’ultimo film di Asghar Farhadi, le sfumature thriller servono a Ziad Doueiri per raccontare e indagare la realtà e i rapporti umani. L’Insulto – in concorso alla 74.a edizione della Mostra del Cinema di Venezia – rappresenta infatti una storia emblematica della difficile convivenza dei popoli del Medio Oriente, per la quale Doueiri è stato ispirato da un incidente che accadutogli qualche anno fa.
Racconta il regista:
«Quando guardo indietro, mi rendo conto che questo semplice incidente si sarebbe potuto trasformare in una crisi nazionale. Il Libano è un paese molto complesso, pieno di contraddizioni e di passione. Con Joëlle Touma abbiamo scritto una storia che evoca tanto il nostro passato quanto il nostro presente. Questo è un film sulla giustizia. Cioè quello che i due protagonisti, stanno cercando. E la ricerca della giustizia è anche una ricerca di dignità».