RASSEGNA TEATRALE – COPENHAGEN
COPENHAGEN Di Michael Frayn, traduzione di Maria Teresa Petruzzie Filippo Ottoni, con Stelio Alvino,
Stefano Galiotto, Monica Pica
Compagnia NOTE DI TEATRO_APS
Perché, nel settembre 1941, il fisico tedesco Werner Heisenberg si recò a Copenaghen, occupata dai
Nazisti, per visitare il suo maestro Niels Bohr, mentre il mondo scientifico stava lavorando alla costruzione
della prima bomba atomica? Che cosa accadde tra i due? È attorno a queste domande senza risposta che
ruota il dramma “Copenhagen” di Michael Frayn. Il drammaturgo inglese porta sulla scena, in uno spazio
immaginario, un altrettanto immaginario incontro tra Heisenberg, Bohr e sua moglie Margerethe, tutti
ormai “morti e sepolti” da tempo. In quest’opera, che affronta il tema della ricerca sulla fissione nucleare e
delle sue pericolose applicazioni pratiche, fino alla tragedia di Hiroshima e Nagasaki, il testo resta sempre
perfettamente comprensibile ed emozionante, pur spaziando tra etica e scienza, tra fisica quantistica e
filosofia, in mezzo a difficili decisioni e imprevedibili risvolti morali. Secondo Frayn, il comportamento
dell’Uomo non può essere compreso con assoluta certezza, nemmeno con i più sofisticati strumenti di cui la
scienza dispone, avvolto com’è nello stesso stato di completa indeterminazione che “sta nel cuore delle
cose”. Fanno da giusto contorno scenografie, “neutre” e minimali, e costumi elegantemente grigi.
Alla fine dello spettacolo è previsto un breve incontro con il fisico e mago Raffaele