VIAGGIO AL POLO SUD

PROGRAMMAZIONE
TERMINATA
VIAGGIO AL POLO SUD
UN'OPERAZIONE DI FORTE ASTRAZIONE CHE È ANCHE RIFLESSIONE PROFONDAMENTE ECOLOGISTA
VIAGGIO AL POLO SUD
(Continent Magnétique)
Regia: Luc Jacquet
Cast: Luc Jacquet
Genere: Documentario
Durata: 83 min. - b/n
Produzione: Francia (2023)
Distribuzione: Movies Inspired
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L’Antartide, o Terra (Australis) Incognita, “si può raggiungere da quattro accessi diversi: quello dall’America del Sud è il mio preferito”, dice Luc Jacquet. A trent’anni dalla sua scoperta antartica, che ha originato l’apprezzato documentario La marcia dei pinguini, premio Oscar 2006, il regista non ha più abbandonato quelle regioni polari. Con Antarctica Calling ripete quel viaggio estremo tra i ghiacci per condividere con nuovi occhi e altre lenti fotografiche la meraviglia di paesaggi inaccessibili.

Da quello choc cognitivo avuto nel 1991, a 23 anni, da studente francese di biologia alla Stazione scientifica Demont D’Urville, a questo nuovo film, molte cose sono cambiate: non solo lo stile documentaristico scelto, ma anche lo spirito con cui si accosta all’ambiente, a quegli spazi oltre il tempo e al loro senso di infinito, maestoso, imprevedibile che ridimensionano drasticamente il dominio umano sul pianeta.

La drammaturgia buffa e commovente che in quel premiato esordio coinvolgeva colonie di simpatici uccelli nuotatori lascia qui il passo a un’operazione di forte astrazione che è anche riflessione profondamente ecologista ed evoca chiaramente nuovi concetti connessi all’Antropocene. Come la solastalgia, stato psichico di angoscia generata dall’intervento negativo dell’uomo sull’ambiente.

L’unica presenza umana del film è proprio il regista, mai inquadrato in primo piano e spesso ai margini dell’inquadratura. Una minuscola figurina di viaggiatore, summa dei suoi predecessori, da Magellano ad Amundsen, fino ai molti sconosciuti che hanno perso la vita in quelle spericolate ricognizioni. Con le dimensioni limitate del suo corpo, Jacquet dà proporzione all’infinitamente grande che lo circonda. Si fa traghettatore anonimo nel “regno del ghiaccio”, un paesaggio multiforme, abbacinante e terrificante, che non si limita ad abbagliare l’uomo con la sua primordiale bellezza, ma che lo modifica, ne ridefinisce la percezione di tempo e spazio. Lo dice bene il titolo originale francese, Continent magnétique: un continente dall’attrattiva irresistibile, che “turba le bussole e le menti”.