American Animals

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TERMINATA
American Animals
Il film porta la fusione tra documentario e finzione al suo ultimo stadio: trascinante, divertente e dolorosamente umano
American Animals
Regia: Bart Layton
Cast: Evan Peters, Barry Keoghan, Jared Abrahamson, Blake Jenner, Ann Dowd, Udo Kier
Genere: Drammatico
Durata: 116 min. - colore
Produzione: USA (2018)
Distribuzione: Teodora Film
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Spencer è uno studente d’arte che sente nella sua vita l’assenza di qualcosa di significativo che lo ispiri, fosse anche un evento tragico. Il suo miglior amico d’infanzia, Warren, ha ottenuto una borsa di studio come giocatore di calcio ma è insoddisfatto del college e della sua mediocrità borghese. Quando Spencer scopre che nella biblioteca della Transylvania University di Lexington in Kentucky, sono custoditi testi di grande valore, i due iniziano ad architettare una rapina e coinvolgono anche Erik e Chas. Oltre al colpo nello stesso college che frequentano, Warren progetta anche come piazzare successivamente una refurtiva così rara, entrando in contatto con mercanti d’arte europei.

Raccontato dagli stessi ragazzi, ormai cresciuti, che hanno commesso il colpo nel 2003, American Animals porta la fusione tra documentario e finzione al suo ultimo stadio e segnala il talento di Bart Layton nel maneggiare anche i meccanismi della fiction.

Il regista si era finora fatto notare solo per alcuni documentari e in particolare per The Imposter, vincitore di diversi premi tra cui il BAFTA per il miglior debutto di un autore inglese nel 2012. La mitomania era al centro di quel film, dove un truffatore francese si spacciava per il figlio scomparso di una famiglia americana.

Anche uno dei ragazzi di American Animals pur non spingendosi oltre una linea morale così estrema, potrebbe essersi comportato come un mitomane finendo per trascinare gli altri con false promesse. Layton però non vuole trovare colpevoli e anzi schiva la pretesa di verità che il film stesso dichiara nel primo cartello, lasciandoci senza una risposta univoca su come siano davvero andate le cose.

Il senso del film è del resto un altro: siamo di fronte a quattro giovani bianchi americani più o meno di buona famiglia, che nonostante le occasioni che gli aprono la loro condizione privilegiata e il college non sanno che fare delle proprie vite. Il loro orizzonte ultimo è la celebrità o la ricchezza o la gloria di un grande artista e quello che gli offre la propria vita non sembra sufficiente. L’assenza di orizzonti ideali fa così di loro anime perse pronte a inventarsi una folle impresa pur di trovare finalmente qualcosa di eccezionale e unico. In questo ha un forte peso anche la mentalità del gruppo, dove le idee più balzane ricevono sostegno dai compagni fino a sembrare sensate e prendere corpo.